martedì 26 agosto 2014

SALUTE. OBESO DOPO I 30? RISCHI LA DEMENZA SENILE!

L'obesità è di certo uno dei problemi di salute più diffusi nei Paesi occidentali.
In Europa, l'Italia non è tra i primi posti nella graduatoria dei Paesi con un alto numero di obesi; infatti, secondo i dati dell'Ocse, il fenomeno raggiunge dimensioni di rilievo soprattutto nel Regno Unito (23% della popolazione adulta) e in Grecia, dove la percentuale di obesi sfiora il 22%; non scherzano neppure le vicine Spagna e Germania, dove la stessa incidenza si attesta intorno al 13 per cento. 
La situazione italiana si avvicina per lo più a quella francese, con il 9,5%; ma l'incremento dell'obesità nella nostra Penisola negli ultimi anni (+9%) è da attribuire - secondo l'Istat - soprattutto all'aumento registrato nella popolazione maschile, in particolare tra i giovani adulti di 25-44 anni e tra i soggetti più anziani. 
Si calcola che il fenomeno colpisca attualmente il 10,5% dei maschi e il 9,1% delle femmine.

Sono davvero tante le patologie legate all'obesità: malattie croniche, patologie cardiovascolari, diabete di tipo II, cancro al colon, mammella, colecisti ed endometrio, problemi debilitanti, come l'osteoartrosi e la gotta, i disordini psicologici...

Ed infatti, dicono le ricerche in questo campo che, se arrivati ai 30 anni, una persona è in sovrappeso, ha un rischio maggiore di sviluppare malattie neurodegenerative come la demenza senile e l'Alzheimer.
A ricordarcelo sono i ricercatori dell'Università di Oxford, che hanno riscontrato questo collegamento tra l'avere chili in eccesso e il declino cognitivo.

A determinare la correlazione è il fattore età: il rischio di sviluppare malattie neurovegetative per chi è in sovrappeso può variare a seconda dell'età in cui si è obesi; come dicevamo all'inizio, il rischio maggiore lo corrono i giovani attorno ai 30 anni: per loro, le possibilità di ammalarsi di demenza senile può addirittura essere tre volte maggiore.
Più si diventa obesi in età "avanzata", meno probabile è l'insorgere della demenza.

Lo studio ha tenuto conto dei registri ospedalieri di oltre 450mila pazienti (di cui il 43& erano uomini), relativi al periodo 1999-2011, di tutta l'Inghilterra; in special modo, si sono presi in considerazione quei pazienti sottoposti a cure mediche correlate a casi di demenza. 

Analizzando i dati, è emerso che i pazienti che risultavano obesi in un'età compresa tra i 30 e i 39 anni, avevano un rischio di demenza superiore di 3 volte e mezzo rispetto ai pazienti non obesi della stessa fascia d'età. 
Negli individui che erano obesi tra i 40 e i 49 anni il rischio scendeva del 30 per cento e così, fino ad arrivare alla fascia 60/69 anni, dove si è registrata una riduzione del rischio del 60 per cento. 

Ancora, oltre gli 80 anni, non solo non mostrava un aumento del rischio di demenza, ma addirittura beneficiava di una riduzione del 22 per cento del rischio di questa patologia.

Come mai questo?

Gli autori della ricerca - Clare J Wotton, Michael J Goldacre - sostengono che la ragione di questa correlazione sta nell'effetto dell'obesità sulle arterie.
Poichè col passare degli anni si verifica una riduzione del flusso ematico con conseguente diminuzione dell'apporto di sangue al cervello, se questa diminuzione ha inizio piuttosto presto, aumentano le probabilità che il cervello non funzioni a dovere. 
E' chiaro che questi risultati vanno ancora confermati da ulteriori ricerche ma da soli bastano a far riflettere su quanto sia assolutamente fondamentale non solo educare i bambini ai ragazzi ad una sana alimentazione... ma anche gli adulti stessi!!

Per chi ha dimestichezza con l'inglese, QUI potete trovare il pdf della ricerca. 

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